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All'indomani della pace di Vestfalia (1648), l'Impero germanico subisce una trasformazione decisiva. Pur continuando a esistere come soggetto giuridico, esso perde per sempre il carattere medievale di Repubblica Cristiana e diviene un agglomerato di Stati. Leibniz è spettatore di questo sviluppo, che valuta positivamente e che concorre a sostenere con la propria attività di studioso, di consigliere e di diplomatico. Ma è pure convinto che, in futuro, un bene essenziale come la pace non potrà essere preservato se non salvaguardando i fattori utili a stabilizzare le relazioni fra gli Stati e a porre un freno alle ambizioni di potere dei principi.